Rimozione di contenuti da Google e altri motori di ricerca 

Se vuoi chiedere a Google o altri motori di ricerca di rimuovere o deindicizzare pagine web o foto che ti riguardano, è possibile, ma a determinate condizioni.

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Nel 2014, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-131/12) ha emesso una sentenza relativa al diritto all’oblio su Internet e alla deindicizzazione dei risultati di ricerca su Google. Questa sentenza è stata comunemente denominata “sentenza Google Spain” o “sentenza Costeja”, dal nome del cittadino spagnolo Mario Costeja González, che aveva presentato il caso.

Nella sentenza, la Corte di Giustizia ha stabilito che i motori di ricerca come Google possono essere considerati “responsabili del trattamento dei dati” e, di conseguenza, le persone hanno il diritto di chiedere la rimozione o la deindicizzazione di link ai risultati di ricerca che contengono informazioni personali obsolete o non più rilevanti.

Il gestore di un motore di ricerca è obbligato a sopprimere – dall’elenco di risultati che appare a seguito di una ricerca effettuata a partire dal nome di una persona – i link verso pagine web pubblicate da terzi e contenenti informazioni relative a questa persona, anche nel caso in cui tale nome o tali informazioni non vengano previamente o simultaneamente cancellati dalle pagine web di cui trattasi, e ciò eventualmente anche quando la loro pubblicazione su tali pagine web sia di per sé lecita.

L’interessato può, sulla scorta dei suoi diritti fondamentali derivanti dagli articoli 7 (Rispetto della vita privata e della vita familiare) e 8 (Protezione dei dati di carattere personale) della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, chiedere che l’informazione in questione non venga più messa a disposizione del grande pubblico in virtù della sua inclusione in un siffatto elenco di risultati.

Tuttavia, è importante notare che questo diritto non è assoluto e deve essere bilanciato con altri diritti, come la libertà di espressione e di informazione.

Ad esempio, i diritti dell’interessato (cioè la persona a cui le informazioni si riferiscono) non prevarrebbero qualora risultasse, per ragioni particolari, come il ruolo ricoperto da tale persona nella vita pubblica, che l’ingerenza nei suoi diritti fondamentali è giustificata dall’interesse preponderante del pubblico suddetto ad avere accesso all’informazione di cui trattasi.

I motori di ricerca devono valutare caso per caso le richieste di deindicizzazione e bilanciare il diritto all’oblio con l’interesse pubblico all’accesso alle informazioni.  

La Corte di Giustizia ha chiarito, inoltre, come il diritto alla rimozione o deindicizzazione del link non possa essere subordinato neppure alla condizione che la questione dell’esattezza del contenuto indicizzato, sia stata risolta nell’ambito di un’azione legale intentata dall’interessato contro il fornitore di tale contenuto come, ad esempio, un quotidiano online (Corte di Giustizia C-460/20).

Google ha sviluppato un processo per gestire le richieste di rimozione dei link dai suoi risultati di ricerca nel rispetto della citata sentenza.

Il “cuore” di questo processo è la motivazione per la quale si chiede la rimozione del link dal motore di ricerca, che al tempo stesso è anche il motivo per cui spesso le richieste non vengono accolte. E’ necessario essere chiari nell’esposizione dei fatti, richiamando le normativa di riferimento.

Il diritto alla rimozione o deindicizzazione di contenuti appare più che altro come una forma di esercizio del diritto all’oblio, ma non coincide con il diritto stesso, perché il diritto all’oblio, ai sensi dell’art. 17 del Regolamento UE 679-2016,  consiste nel diritto alla cancellazione dei dati personali. Con la rimozione o deindicizzazione di un link i dati personali “sparirebbero” di fatto dal web, Google è “di fatto” un monopolista tra i motori di ricerca, ma la notizia rimarrebbe all’interno del sito web che l’ha pubblicata (ad esempio, un quotidiano online, un blog). Per ottenere la cancellazione definitiva della notizia (quindi per esercitare pienamente il diritto all’oblio) bisognerebbe rivolgersi direttamente all’autore, sempre che vi siano le condizioni per poter procedere con una simile richiesta. Non è un caso che, nel corso del processo, Google stessa evidenzi come la rimozione o deindicizzazione di una pagina web o di una immagine dalla ricerca, non possa essere estesa ai siti che ospitano il contenuto, quindi dove sono stati pubblicati.

Se l’obiettivo è chiedere la cancellazione della pagina web che contiene i dati personali è necessario inoltrare la richiesta all’autore (Ad esempio, un quotidiano online, un Blog). Questa azione è di natura diversa, sarà necessario diffidare e, se necessario, procedere contro l’autore qualora esistano i presupposti per la cancellazione della notizia e/o delle immagini.

Se vuoi cancellare una notizia o un’immagine dalla ricerca di Google o un altro motore di ricerca, clicca il pulsante qui sotto e prenota una consulenza video o telefonica.